Anno di Realizzazione:
1986
Dimensioni:
120×280 cm
Tecnica:
Olio su tela
Luogo di conservazione:
Collezione privata
Descrizione:
In questa reinterpretazione dell’Ultima Cena, l’artista abbandona l’iconografia tradizionale per calare il soggetto in un contesto umano e quotidiano, fatto di gesti semplici e volti segnati dal tempo. Disposti attorno a un lungo tavolo, i personaggi, ognuno unico nella propria fisicità e atteggiamento, rappresentano un’umanità variegata e autentica.
Il bianco e nero accentua la drammaticità della scena, trasformandola in un momento sospeso tra solennità e intimità. Le stoviglie modeste, i piatti semplici e le bottiglie disposte sul tavolo sottolineano la sobrietà e l’umiltà della composizione. L’assenza di un centro evidente spinge lo spettatore a cercare il fulcro dell’azione nei dettagli dei volti e nelle mani, che sembrano intrecciare storie non dette.
Le figure in piedi, poste ai lati, suggeriscono una dimensione di osservazione o distacco, mentre gli sguardi degli altri partecipanti, che non si incontrano mai, creano una tensione narrativa. L’opera sembra invitare a una riflessione sulla condizione umana, sulla condivisione e sull’inevitabile solitudine che ci accompagna.